Ylenia, video maker di Prato bloccata tra i ghiacci in Groenlandia: “Non possiamo rischiare di ammalarci”

Uno stile di vita, una gioia, un sogno, è questo il lavoro per Ylenia, nata e cresciuta a Prato, professionista nel settore del montaggio di film documentari per cinema e festival.
E’ un’artista, con la A maiuscola, attenta ai particolari e dotata di un grande talento, ha studiato presso la scuola di alta formazione professionale. Zelig, school for television, documetary and new media di Bolzano, dove si è specializzata nella classe di montaggio. Il suo lavoro, che ama con tutta se stessa, l ‘ha portata spesso a viaggiare, ed è questo che è successo anche il 3 marzo scorso quando si è imbarcata, insieme a tre colleghi, in direzione Groenlandia orientale a Tasiilaq, cittadina di circa 2000 abitanti.
Un viaggio unico, pieno di aspettative, per creare un documentario per il cinema, che sarebbero durato fino il 3 aprile. Una cittadina piccola, in cui non c’è un ospedale vero e proprio. Il Paesello sperduto che tanto li ha affascinati, si potrebbe trasformare in una piccola trappola ora che il pericolo Covid-19 sta arrivando anche da loro. A Tasiilaq non vi è la possibilità di verificare la presenza del virus, non ci sono strumenti ne possibilità di fare test o tamponi su tutto il territorio.
Ylenia come ti senti?
“Un pò inquieta e preoccupata. Nel caso il covid19 fosse arrivato fin qui non c’è nessuna possibilità di verificarlo. Se si verificasse i un’emergenza sanitaria l’unica possibilità che abbiamo è quella di prendere un elicottero di emergenza e volare fino a Kulusuk e da lì prendere un aereo e volare su Knuuk, capitale della Groenlandia che si trova sulla fascia occidentale. Se è maltempo i voli però sono sospesi ed in caso di emergenza non ci sono possibilità di raggiungere alcun ospedale ne ovviamente di aver respiratori a portata di mano.
In quanti siete e su cosa state lavorando?
Siamo una troupe formata da quattro persone tra i 30 ed i 40 anni. Il regista è Francesco Catarinolo, il direttore fotografico è una ragazza austriaca che ha studiato con me a Bolzano alla Zelig, poi ci siamo io che mi occupo di montaggi e un ragazzo di Trento come fonico.
Siamo partiti per un progetto davvero affascinante: stiamo lavorando alle riprese di un documentario sul popolo locale degli Ivi, che vivono nella Groenlandia dell’est. Questa popolazione ha subito il flusso negativo della ‘colonizzazione’ da parte dell’uomo bianco. Il documentario racconta anche la storia della Red House, fondata da Robert Peroni, alpinista italiano altoatesino, classe 1944. Ed è proprio nella red house che alloggiamo.
Fino a quando vi sareste dovuti trattenere?
Il nostro volo di rientro era programmato il 3 aprile con volo Air-iceland su kulusuk-Reickiavick e poi Amsterdam-Milano. Ma è stato cancellato a causa dell’emergenza corona virus, inoltre abbiamo saputo che la compagnia ha un blocco di volo fino il 13 aprile.
L’altra compagnia aerea Air-greenland che prevede l’elicottero da Tasiilaq a Kulusuk è ferma dalla mezzanotte dello scorso venerdì per 14 giorni, probabilmente già prolungato fino all’8 aprile.
Come state vivendo queste ore?
La tensione è forte perché al momento non abbiamo notizie certe sul nostro rimpatrio. Oggi però ci hanno dato una speranza: forse tra un paio di giorni partirà un volo charter verso l’Islanda, ma ancora non c’è nulla di sicuro. Inoltre, tanto dipende dal meteo, se c’è mal tempo non si vola. Siamo in balia degli eventi e questo è estenuante, crea tra di noi forti tensioni psico-emotive.
Ci sono casi di Covid-19 nel Paese?
Nella cittadina al momento pare di no ma come ti dicevo è difficile saperlo con certezza non potendo fare tamponi. Sono state stanziate tutte le misure di prevenzione previste per l’emergenza covid-19: hanno chiuso le scuole, hanno vietato l’assemblamento di gruppi in spazi chiusi. Ovviamente è chiuso anche l’unico locale che c’era.
Inoltre ci sono persone in casa che sono messe in auto-quarantena e aspettano il risultato dei test che hanno fatto a Nuuk quando sono rientrate dalla Danimarca prima della chiusura delle tratte aeree.
Di alcune il risultato negativo è arrivato, di altre ancora non sappiamo nulla. Purtroppo però ci sono altre persone che sono rientrate senza aver fatto alcun test.
Siete fiduciosi nel fatto che rientrerete a casa presto? 
Lo speriamo di cuore. Ti ripeto, siamo molto preoccupati: a Nuuk ieri è arrivata la conferma del quarto caso di covid.
Per questo ci auguriamo che il volo di ritorno verso l’Islanda ci sia veramente, e poi, una volta tornata a Prato, potrò raccontarti quest’esperienza di persona che, covid-19 a parte, è stata meravigliosa.”
Sara Ferranti

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