Lorenzo Pratesi: “Sogno un teatro in mezzo al verde. Ma prima, vi racconto la mia vita…”

Il teatro come passione. Il teatro come terapia. Il teatro come vita. 37 anni compiuti (splendidamente portati) e 20 di questi passati su un palcoscenico: Lorenzo Pratesi, pistoiese ma con “DNA marittimo”, ama definirsi un “meridionale mancato” e, nonostante la giovanissima età, ha già fondato una sua compagnia teatrale, la “Lorenzo Pratesi&Co.”, attivissima su tutto il territorio. Lorenzo è un fiume in piena e non esita a dirci: “Ho una passione sfrenata per il sud Italia perché amo la loro socialità e convivialità. Penso che la mia città d’elezione si Napoli. Perché? Sei mai entrata in una pasticceria a Napoli? Beh, io sono rimasto affascinato dal fatto di parlare contemporaneamente con 40 sconosciuti. Mi sono chiesto: Ma dov’è il palcoscenico? Ecco, io penso che Napoli sia la città teatrale per eccellenza e per questo l’adoro”. Se poi gli chiedi di descriversi, Lorenzo risponde: “Sono una persona che non ama le barriere. E poi non so, amo le piante. Ne ho in casa 16 e passo le giornate ad annaffiarle, fertilizzarle, travasarle”. E se pensate che tutto questo con il teatro non c’entri, vi sbagliate. Il suo sogno? Allestire un grande spettacolo in mezzo al verde. Ma com’è nata la passione di Lorenzo Pratesi per il teatro? Ebbene, abbiamo deciso di scambiare quattro chiacchiere con lui.

Raccontaci com’è iniziata la tua carriera teatrale. Hai fatto studi specifici?

“Ho sempre avuto la passione per il teatro, credo di essere stato l’unico bambino d’Italia ad aver guardato la prosa in Rai. Sono un perito commerciale ma ho sempre amato la recitazione. Ho frequentato una scuola di teatro a Pistoia e ho iniziato a vent’anni a fare teatro, anche se prima ho posato come modello. Per me il teatro è sempre stato un desiderio interiore. Così a Firenze ho frequentato l’Accademia della voce e poi ho recitato in una compagnia di Pistoia”.

Quand’è avvenuto il cambiamento? C’è sempre un momento nella vita in cui avviene un cambiamento…

“Direi nel 2012. Ho proprio sentito che l’aria è cambiata intorno a me. Veniva davvero tanta gente ai miei spettacoli e così, praticamente dal nulla, ho deciso di formare una compagnia che, in realtà, era più un collettivo. Insieme alla presidente dell’associazione ANSES (Associazione nazionale stress e salute), la dottoressa Sabrina Ulivi, associazione di cui io sono segretario nazionale, abbiamo iniziato a tenere dei corsi di teatro-terapia. E così, le persone che uscivano da questi corsi sono entrate a far parte della mia compagnia teatrale. E lì, c’è da dire, abbiamo stabilito un record: 20 sold out al Teatro Bolognini di Pistoia”.

Immagino che da quel momento la tua carriera sia decollata…

“Decisamente. Ci hanno chiamati in tutta la Toscana. A Firenze, a Prato, a Pisa ma anche a Bologna”.

Qual è lo spettacolo che al momento state portando in giro?

“Biancaneve e l’ottavo nano. Scritto insieme a Laura Gamberi, attrice e cantante quarratina, e interpretato da me”.

Quali saranno le prossime date?
“Il 10 maggio a Santa Croce sull’Arno, in provincia di Pisa, 17 maggio a Gaggio Montano, provincia di Bologna e il Gran Galà finale il 10 e 11 ottobre al Teatro Moderno di Agliana. Queste ultime sono già date sold out”.

Parlaci di questo spettacolo. Di cosa tratta “Biancaneve e l’ottavo nano”?

“E’ una riflessione personale. Biancaneve è una donna disposta a tutto pur di ritornare alla gloria del passato e pur di sconfiggere le nuove principesse Disney. Ma per farlo, deve prima trovare il coraggio di combattere i propri demoni interiori e capire che non tutte le principesse hanno bisogno di un finale da favola. Si tratta di una commedia malinconica, dolce-amara, che invita alla riflessione psicologica”.

Hai dunque tenuto un corso di teatro-terapia a cui hanno partecipato diverse persone che poi sono diventate attori della tua compagnia teatrale. Lo riproporrai?

“Certamente, molto probabilmente nel 2021. Il corso si chiamava e si chiamerà “Fai quello che sei” e serve a sconfiggere le resistenze e a imparare a guardarci senza pregiudizi, al di la di come ci possono vedere gli altri”.

Hai avuto delle difficoltà ad avviare la tua Compagnia?

“Beh, all’inizio mi hanno preso tutti per pazzo. Forse ti sembrerà paradossale, ma mi hanno aiutato i detrattori. Mi mettono una linfa vitale incredibile”.

Attualmente, da quante persone è formata la compagnia?

“Da 27 attori.”

Secondo te, c’è qualcosa che manca a Pistoia per i giovani attori teatrali come te?

“Forse manca un po’ di gas. Ci sono tante iniziative, Pistoia non è una città culturalmente stanca, ma è tutto un po’ silente. Manca forse un po’ più di coinvolgimento. Sarebbe ad esempio molto bello fare degli spettacoli teatrali estivi, magari all’aperto”.

Questa è una considerazione da artista. E se dovessi invece dare una tua opinione personale, da cittadino?

“Io amo questa città e ci vivo molto bene. Ma mi piacerebbe vederla meno di nicchia e più proiettata verso il mondo”.

Qual è il tuo obiettivo per il prossimo futuro?

“Io sono una persona proiettata in avanti e un domani, fra i miei tanti sogni, mi piacerebbe allestire uno spettacolo nel verde, un vero e proprio teatro-giardino. Tutti i vivaisti pistoiesi sono avvisati!”.

 

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