“Scordiamoci i viaggi all’estero. Sarà come l’Italia degli anni ’50”

L’epidemia cambia volto anche ai viaggi: il turismo – che sta affrontando una delle più grandi crisi di tutti i tempi – si sta trasformando. Lo dimostra quanto sta accadendo nelle principali città d’Italia, come Torino: qui – riporta il Corriere della Sera – se un anno fa, nel lungo weekend di Pasqua, si celebrava il record di turisti, ora gli alberghi sono vuoti, come bar e ristoranti, musei e teatri, concerti, agenzie di viaggio. Il turismo rischia di “tornare agli anni Cinquanta”.

Gli operatori immaginano una ripartenza del turismo a ritmo dell’Italia degli anni Cinquanta. E cioè un turismo di prossimità, fatto di gite fuori porta, escursioni nelle valli e in montagna. Con i torinesi che saranno turisti in casa propria. In realtà già oggi 70% dei visitatori di Torino proviene dal resto del Piemonte e delle altre regioni d’Italia, anche se risultano in aumento gli stranieri , soprattutto provenienti dal Regno Unito (+18,4%), dalla vicina Francia (+15,8%) e anche dalla Germania (+5,2%).

Nella sola Regione Piemonte ci sono 34 mila imprese turistiche che danno lavoro a 112 mila addetti: tutte affrontano un’enorme crisi di liquidità e attendono aiuti da parte del Governo. Nel frattempo si cerca di pensare al “dopo”. Un “dopo” che, di certo, non sarà fatto di viaggi all’estero.

Pure i tour operator si adeguano. Il primo player del settore in Italia, che è la società torinese Alpitour, si sta attrezzando per una stagione all’insegna del made in Italy, alla riscoperta del Paese.

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